In Emilia Romagna i farmaci antiepilettici scarseggiano. Gli organi politici locali hanno segnalato la situazione attraverso un documento.
È allarme epilessia in Emilia-Romagna, dove mancano i farmaci necessari per contenere le manifestazioni sotto forma di crisi epilettiche. Secondo Stefania Bondavalli, intervenuta in occasione di un’interrogazione alla giunta dell’Emilia-Romagna, serve urgentemente un intervento che renda i farmaci antiepilettici più reperibili.
Stefania Bondavalli – della Lista Bonaccini – ha ribadito come “attualmente, le associazioni delle persone con epilessia segnalano notevoli difficoltà nel reperimento di farmaci, in particolare di Depakin, Frisium e Micropam. Questa diffusa carenza o indisponibilità dei farmaci ed insufficiente informazione su come affrontare tale criticità richiede un intervento urgente da parte degli organismi istituzionali competenti, per garantire la disponibilità dei farmaci sul nostro territorio e favorire le informazioni agli interessati per affrontare tale evenienza”.
In questo senso sorge la necessità di chiedere alla Regione di mettere in atto un iter in grado di rendere meno difficoltoso l’accesso alle informazioni riguardanti la disponibilità di questi farmaci. La richiesta permetterebbe ai pazienti che soffrono di patologie croniche di ottenere più facilmente i farmaci contro l’epilessia affidandosi al proprio medico di medicina generale o specialista.
Il documento con la richiesta ufficiale
Anche l’interrogazione di Fratelli d’Italia ha richiesto, come Stefania Bondavalli, di far fronte alla dilagante carenza di farmaci contro l’epilessia. In questo senso, Giancarlo Tagliaferri, Marta Evangelisti e Luca Cuoghi hanno firmato un documento attraverso il quale si ricorda come “dagli organi di stampa e dall’organo ufficiale dell’Aifa (agenzia italiana del farmaco) si apprende che nelle farmacie scarseggiano i medicinali antinfiammatori, antivirali, antibiotici e antipiretici”.
L’atto ispettivo richiede quindi all’esecutivo regionale “come intenda risolvere la scarsità dei medicinali, peggiorata dall’aumento di una domanda più elevata per il picco influenzale, è correlata alla dipendenza dell’Italia dai paesi produttori di principi attivi, come India e Cina che hanno rallentato le forniture”.